Auditoire de Calvin

Auditoire de Calvin
Auditoire de Calvin nuovo organo - foto Natale GIANDOMENICO

Post più popolari

giovedì 18 luglio 2013

Una confessione cristiana, di Shafique Keshavjee


UNA CONFESSIONE CRISTIANA DEL DIO VIVENTE 

Assieme a tutti i nostri fratelli e sorelle cristiane,
noi confessiamo che il Dio unico è
PADRE - al di sopra di ogni cosa e di ognuno;
FIGLIO - vicino a tutto e ad ognuno
e SPIRITO SANTO - dentro ogni cosa e ognuno.
Noi confessiamo che il Dio tre volte santo è
mistero di trascendenza e di immanenza,
di comunione e di comunicazione, di tenerezza e di giustizia.

Assieme ai nostri fratelli e sorelle, in umanità ebrei,
noi confessiamo che
Dio è il creatore dell'universo e che è il Santo
e la pienezza del regno del Messia deve ancora venire.
Ma, in modo diverso da loro noi confessiamo che
il Creatore si è fatto creatura e che il Santo si è incarnato.

Assieme ai nostri fratelli e sorelle, in umanità musulmani,
noi confessiamo che
Dio è sempre più grande di tutti, e che nella sua comunione Dio permane Uno.
Dio è l'Onnipotente, il Perfetto e l'Immortale.
Ma, diversamente da loro, noi confessiamo che
l'Onnipotente ha accettato di essere fragile,
il Perfetto ha rivestito le nostre imperfezioni,
e l'Immortale attraverso alla morte ed alla risurrezione
di Gesù, ha trasfigurato la nostra mortalità.

Assieme ai nostri fratelli e sorelle, in umanità indù,
noi confessiamo che
Dio può essere ovunque e che ogni vita merita rispetto.
Dio è l'Uno indescrivibile.
Ma, diversamente da loro, noi confessiamo che
la sua Unità è multipla,
e che il mondo multiplo non si riassume nell'Uno.

Assieme ai nostri fratelli e sorelle, in umanità buddhisti,
noi confessiamo
che la compassione per i più sofferenti è un valore prioritario per il nostro Universo
e che la realtà ultima è inesprimibile.
Ma diversamente da loro, noi confessiamo che
l'inesprimibile si è espresso non come un "vuoto" impersonale,
ma come una Personalità che si è "svuotata".

Così, assieme alle religioni dell'Oriente, noi confessiamo che Dio è
Silenzio e Soffio.
Assieme alle religioni ebraica e musulmana che Dio è Parola
ma diversamente da tutte, noi confessiamo che Dio
è contemporaneamente
Silenzio, Parola, Soffio, Padre, Figlio e Spirito Santo,
che la sorgente silenziosa si è fatta Parola,
e la Parola si è fatta carne
e che per mezzo del Soffio della Parola
ogni carne può diventare una parola animata
alla lode di Dio al di là di ogni cosa.

Assieme a tutti i nostri fratelli e le nostre sorelle in umanità
senza religione e di buona volontà
noi confessiamo che
il servizio autentico di ogni essere umano,
nel rispetto di tutto ciò che è animato o inanimato,
è il compito comune a cui tutti insieme siamo chiamati,
che i diritti degli uomini e delle donne sono inalienabili.
Di fronte alle sofferenze del mondo questa vocazione comune ci sprona con forza.
Ma diversamente da loro, noi confessiamo che
l'umano è l'immagine del divino.
Con l'apostolo Paolo e tutti i cristiani di ogni tempo,
noi confessiamo la divinità, l'incarnazione, la morte,
la risurrezione e l'ascensione di Gesù Figlio di Dio
riconosciuto come Messia, che è e che viene. (Filippesi 2,5-11).
E questa confessione comune ci dà tanta gioia.
 
                                                                       Shafique Keshavjee


tratto da: 
- Shafique Keshavjee, 
Sogno un'unica chiesa per cattolici, protestanti, ortodossi
edizioni Piemme, pp. 35-36, e integrata con le note, dello stesso Keshavjee, 
riportate alle pp. 61-62; 
si veda anche la  versione di questa confessione di fede di 
S. Keshavjee 
rintracciabile nella bella raccolta di preghiere 
del Comitato Italiano per la Cevaa, Comunità di Chiese in missione: 
Spalanca la finestra, raccolta di testi di fede, a cura di Renato Coïsson, 
stampato ma non pubblicato, Trieste, 2000, pp. 66-67.
Questa confessione di fede di Shafique Keshavjee era stata inserita in: 
Maurizio Abbà, La teologia bella, impossibile, ma doverosa
articolo per la rubrica 'Servizio Biblico', della Rivista:
Tempi di Fraternità,
 n. 5, maggio 2004, pp. 10-13, 
il testo di Shafique Keshavjee è a p. 12).