Auditoire de Calvin

Auditoire de Calvin
Auditoire de Calvin nuovo organo - foto Natale GIANDOMENICO

Post più popolari

giovedì 29 gennaio 2015

Culto a Ginevra Valdese


Chiesa Evangelica Valdese di Ginevra
Luogo di Culto: Auditoire de Calvin
Place de la Taconnerie, 1. 


Culto Evangelico
Domenica 1 febbraio 2015 - 4a DOPO L'EPIFANIA
SEPTUAGESIMA (70 GIORNI PRIMA DI PASQUA)
ore 17.00


mercoledì 28 gennaio 2015

Il timore del SIGNORE è odiare il male

dal libro biblico dei Proverbi 8,13a

martedì 27 gennaio 2015



«Volevo solo dire questo: la miseria che c'è qui è veramente terribile - eppure, la sera tardi, quando il giorno si è inabissato dietro di noi, mi capita spesso di camminare di buon passo lungo il filo spinato, e allora dal mio cuore si innalza sempre una voce - non ci posso far niente, è così, è di una forza elementare -, e questa voce dice: la vita è una cosa splendida e grande, più tardi dovremo costruire un mondo completamente nuovo»


Esther detta  Etty Hillesum
dal campo di concentramento di Westerbork, 1943.


Etty Hillesum, Lettere 1941-1943, edizione integrale, Adelphi, Milano, 2013, p. 97.

Etty HILLESUM nata nel 1914 - morta ad Auschwitz nel 1943



IL GIORNO DELLA MEMORIA 2015

AUSCHWITZ 1945 - 2015
    70 anni

Il Giorno della Memoria è data internazionale,
ricorre il 27 gennaio di ogni anno per non dimenticare le vittime
della Shoah: lo Sterminio nazista.
In questo giorno in particolare si ricorda la liberazione delle persone
dal campo di concentramento di Auschwitz
in data 27 gennaio 1945
- la liberazione fu realizzata dalle truppe sovietiche dell'Armata Rossa.


mercoledì 21 gennaio 2015

lunedì 19 gennaio 2015


Paolo scrive: Il Signore mi ha detto: 
«La mia grazia ti basta, 
perché la mia potenza si dimostra perfetta nella debolezza»
II Corinzi 12,9

mercoledì 14 gennaio 2015

Culto Evangelico a Ginevra Valdese


Chiesa Evangelica Valdese di Ginevra
Luogo di Culto: Auditoire de Calvin
Place de la Taconnerie, 1. 


Culto Evangelico
Domenica 18 gennaio 2015 - 2a DOPO L'EPIFANIA
ore 17.00

lunedì 12 gennaio 2015


di Giorgio Tourn
Giampiero Comolli, La senti questa voce? Corpo, ascolto, respiro nella meditazione biblica
Giampiero Comolli è un autore particolarmente interessante nel mondo librario evangelico. In lui si trovano infatti associati, intrecciati, percorsi di riflessione che di rado è dato riscontrare accomunati. Egli è anzitutto, per vocazione interiore, un viaggiatore, anzi un narratore di viaggi, scopritore di luoghi, paesaggi, esperienze; condivide naturalmente quest’arte e questa passione con molti altri personaggi interessanti, ma a differenza di molti di loro, a costituire il dato specifico del suo viaggio non è il protagonismo, l’autocelebrazione, il vanto della scoperta; il suo viaggiare è l’irresistibile movimento alla ricerca di messaggi imprevisti, visita il mondo come si sfoglia un libro aperto che bisogna saper leggere.
Come tutti i viaggiatori è alla ricerca di sé e per questo associa all’esplorazione di luoghi fisici quella dei luoghi interiori, affianca al movimento del corpo i percorsi dell’anima. Non a caso è da sempre affascinato dall’Oriente e dalla sua religiosità ed esplora con amorevole comprensione le esperienze di quel mondo. In questo campo il viaggio è l’opposto dell’esperienza precedente, è la concentrazione su se stessi nell’immobilità. Al centro dell’esperienza sta, come è noto, la pratica della meditazione. Ed egli la studia nei testi buddisti, la sperimenta con i maestri, si impegna a penetrare dall’interno il mondo del buddismo.
Ciò che caratterizza però la sua ricerca è il fatto che non solo questi percorsi si intreccino, si integrino, ma siano vissuti avendo sempre un riferimento alla fede cristiana, per essere più precisi alla rivelazione biblica. Il quadro di riferimento, in cui colloca tutte le sue esperienze, è un cristianesimo fondamentalmente evangelico, ma, pur sentendo fortemente il fascino di tutte le esperienze religiose nate in terra cristiana, ciò che lo afferra è il mondo della Scrittura.
Quando viaggia alle Canarie e si trova in presenza della colata di lava pietrificata del vulcano, dove il viaggiatore comune non vede nulla più che un fenomeno naturale egli percepisce presenze, echi di testi biblici, a lui la grande foresta suggerisce molto più che la bellezza della natura opposta alla civiltà, l’autentico contrapposto al corrotto, l’ecologia contro la macchina, è il segno ancor visibile dell’Eden delle origini Eden. E sulle sponde del mare a Cipro dove, secondo il mito, è nata Venere, come sulle scogliere di Rügen, illustrate dal pittore Friedrich in un suo quadro molto celebre. Le voci e le presenze che costituiscono il tessuto della sua riflessione sono ispirate alla Bibbia.
Analoga è la relazione che stabilisce con il mondo religioso orientale. Egli conosce molto bene il percorso di meditazione che vi seguono con convinzione i credenti, e in modo particolare i maestri delle diverse sue scuole e specie del buddismo. Ma è anche convinto che il credente biblico, e di conseguenza il credente della comunità ebraica e di quella cristiana, vive la sua vita interiore in spirito di profonda meditazione. Si tratta di due approcci all’Assoluto, a Dio, opposti, nel primo caso l’orientale medita, sottraendosi al ritmo della vita, e concentrandosi in sé per poter accedere al Nulla; il cristiano interrompe il suo percorso per ascoltare una Parola che viene da Oltre la vita, in modo da imparare a vivere una esistenza degna di questo nome.
Per la spiritualità orientale la Parola, il messaggio nasce dal silenzio, ne è figlio, nella fede cristiana il silenzio, cioè la coscienza di sé, nasce dalla Parola.

- Giampiero Comolli, La senti questa voce? Corpo, ascolto, respiro nella meditazione biblica, (collana Spiritualità 9), Claudiana, Torino, 2014, 279 pagine.

L'articolo completo di Giorgio Tourn in: 

venerdì 9 gennaio 2015

IL BENESSERE DELLE GENERAZIONI FUTURE

Lidia Maggi

Che cosa ho imparato dalle diverse generazioni

Il principio di responsabilità ci chiede di farci carico del benessere delle generazioni future. 
La cura che i nonni riservano ai nipotini è cifra di questo atteggiamento che ha a cuore un futuro che noi non vedremo. Impariamo da loro questo sguardo largo sulla vita, che è lo stesso sguardo di Dio, con la sua misericordia, lungimiranza e pazienza nei nostri confronti. 



di Lidia Maggi*

Gli anziani, uomini e donne, torneranno a sedersi nelle piazze di Gerusalemme, ciascuno con il bastone in mano per la loro età molto avanzata. Lo affermo io, il Signore dell’universo. Bambini e bambine numerosi giocheranno nelle piazze. Questo potrà sembrare impossibile ai sopravvissuti del popolo d’Israele, ma non lo è per me, il Signore dell’universo. 
(Zaccaria 8:4-6)

Che strana profezia questa. Non ci narra un’utopia, un bel sogno... Piuttosto ci restituisce uno sguardo quotidiano: al posto delle grandi idee - verità giustizia, libertà...- ecco un popolo concreto che vive un sogno quotidiano: la continuità della vita sperimentata nella relazione tra persone di diverse generazioni.
Chiediamoci anche noi cosa possiamo imparare dalle diverse generazioni, da una famiglia abitata anche dai nonni.
I nonni: li incontro alla mattina mentre accompagnano i bimbi a scuola. 
Li vedo, a volte, stanchi dopo aver accudito per tante ore i nostri bambini.
Sono proprio loro che mi ricordano la gratuità dell’amore. I nonni non hanno più l’autorità di genitori. Sono ancora genitori, ma sanno anche che i figli sono volati via. Si prendono cura dei nipoti, ma rispettano le scelte educative dei figli... anche se non le condividono totalmente.

I vecchi amano i nipoti di un amore gratuito
Non riversano su di questi i loro sogni, le loro aspettative, come qualche volta facciamo noi genitori, finendo per essere così esigenti con i nostri figli da farli diventare ansiosi. I nonni accettano e amano i nipoti per quello che sono ed è anche questo amore clemente che aiuta i nostri figli a crescere un po’ più sicuri.
Lo stesso amore gratuito io l’ho incontrato in Dio. Mi libera dall’ansia della performance, mi accetta per quello che sono, mi guarda con clemenza e mi chiede di essere meno severa con me stessa.
Osservo le persone anziane e penso a quel “principio di responsabilità” che Hans Jonas, un filosofo ebreo del secolo scorso, ha formulato come anticorpo per un’umanità a rischio di dissolversi. Proseguendo lungo i sentieri dello sviluppo tecnologico ed industriale l’umanità sembra minacciare le stesse basi della vita umana sul pianeta.
La scienza e la tecnica hanno reso l’essere umano più pericoloso di quanto un tempo la natura fosse per lui. Cosa ne sarà dell’umanità di domani, derubata delle condizioni necessarie per la sua sopravvivenza?

Si è creata una frattura drammatica tra il mondo e l’umanità di oggi e il mondo e l’umanità di domani.
Il principio di responsabilità ci richiama alla solidarietà verso tutte le creature umane di un mondo drasticamente diviso tra poveri e ricchi. Ci richiama a condividere i beni e le risorse, ma questo non basta.
Il principio di responsabilità ci chiede di farci carico del benessere delle generazioni future.

Che tipo di mondo lasceremo ai nostri figli? Ai nostri nipoti? Cosa stiamo facendo per migliorarlo? Il sì alla vita va espresso non solo per i contemporanei ma anche per quelli che verranno in futuro. Un “sì” che si traduce in cura, la quale, come avviene normalmente nelle nostre famiglie, va oltre la logica economica, facendosi carico dei più fragili e dei più vulnerabili.

La cura che i nonni riservano ai nipotini è cifra di questo atteggiamento di responsabilità che non si accontenta di gestire il presente ma ha a cuore un futuro che noi non vedremo, che mette in atto gesti i cui frutti non gusteremo noi, ma i nostri discendenti.

Impariamo dagli anziani questo sguardo largo sulla vita, non schiacciato sull’immediato, capace di andare oltre l’episodico.

È lo stesso sguardo di Dio che, nella sua grandezza d’animo, agisce con misericordia e lungimiranza nei nostri confronti e pazientemente prova a convincerci ad uscire dal nostro piccolo “io” ed a farci carico di un mondo creato come cosa “buona” ed affidato alla cura amorevole degli esseri umani.

* Pastora battista



tratto da: www.riformaerisveglio.it  in data Gennaio 2009

giovedì 8 gennaio 2015

Noi infatti non predichiamo noi stessi, ma Cristo Gesù quale Signore
II Corinzi 4,5a

mercoledì 7 gennaio 2015

IL CENACOLO: SCUOLA DI PREGHIERA



IL CENACOLO
MEDITAZIONI PER OGNI GIORNO
ANNO LXIII – N.1 – GENNAIO-FEBBRAIO 2015
PUBBLICAZIONE BIMESTRALE

MEDITAZIONI GIORNALIERE PER IL CULTO INDIVIDUALE E FAMILIARE

Edizione in lingua italiana di:
UPPER ROOM
WHERE THE WORLD MEETS TO PRAY

Redazione italiana a cura di:
O.P.C.E.M.I. – Via Firenze, 38
00184 Roma

Il Cenacolo è edito sotto l’egida dell’Opera per le Chiese Evangeliche Metodiste d’Italia


PENSIERO DEL GIORNO
Dedicare del tempo al Signore ogni giorno è una buona dieta spirituale.

Mark Wallace (Suffolk, Inghilterra)

domenica 4 gennaio 2015

Epifania




di Claudio Pasquet
Gli evangeli non riportano la data del Natale: solo nel IV secolo essa venne fissata al 25 dicembre, sostituendosi a una precedente festa pagana. Probabilmente lo stesso è avvenuto con la festa del 6 gennaio, scelta rifacendosi al racconto del vangelo dell'infanzia di Matteo che parla della visita dei Magi al neonato Gesù nella stalla di Betlemme. Fin dai tempi antichi questo fatto venne ricordato come l'Epifania dalla parola greca "epifàino", che potremmo tradurre con "rendere manifesto".
L'Epifania ricorderebbe quindi la manifestazione di Gesù all'intero universo, simboleggiata dalla stella che guida i magi. Essi vengono presentati come dei sapienti orientali e solo un'errata traduzione tardiva dirà che sono "re". Il manifestarsi di Cristo riguarda inoltre anche i pagani e Israele stessa. Gesù viene infatti presentato come discendente di Davide: nato a Betlemme, la città di questo grande re, viene contrapposto al sovrano usurpatore Erode. Oggi è una festa rilevante nella tradizione cattolica ma è anche festeggiata in molte chiese protestanti che la celebrano in genere non il 6 gennaio ma, seguendo il calendario liturgico, la seconda domenica dopo Natale.

sabato 3 gennaio 2015

Testi biblici e preghiere per ogni giorno


di Claudio Pasquet
Un giorno una parola 2015
Dal 1994 esce ogni anno anche in Italia un utile strumento per aiutare chi voglia affrontare quotidianamente la lettura della Scrittura. Si tratta del lezionario «Un giorno una parola», una pubblicazione che per ogni giorno dell'anno riporta alcuni versetti biblici, indica altre pericopi da leggere sulla Bibbia stessa e contiene un pensiero quotidiano. Inoltre vi si trovano preghiere per i giorni della settimana, il versetto biblico che introduce ogni mese e, in fondo, una proposta di lezionario comune proposto da cattolici e protestanti statunitensi.
Il volume, oltre che dalla consueta e fondamentale introduzione del teologo e pastore valdese Paolo Ricca, è arricchito da 12 tavole a colori che riproducono alcuni pannelli del più antico soffitto ligneo che si trovi in Europa e precisamente quello della Chiesa di S. Martino a Zillis (Grigioni, Svizzera).
Il lezionario, tradotto e pubblicato  in 52 lingue, è conosciuto e utilizzato da molti e da molte credenti di tutte le confessioni cristiane per la meditazione personale e collettiva; in molte chiese protestanti in Italia e nel mondo, per la predicazione domenicale si seguono i cicli di testi proposti da questo lezionario internazionale edito da 285 anni dai Fratelli Moravi.
Un giorno una parola. Letture bibliche quotidiane per il 2015
a cura della Federazione delle chiese evangeliche in Italia
Introduzione di Paolo Ricca
pp. 288 + 12 tavole a colori


venerdì 2 gennaio 2015

CARO BUON DIO


CARO BUON DIO

Caro buon Dio, io vorrei
che nessuno sia più infelice.

Caro buon Dio, io vorrei
che le guerre sul mare, in terra o in cielo
non esistessero più.

Caro buon Dio, io vorrei
che le persone non siano più razziste.

Ma quello che vorrei soprattutto
è che Tu esaudisca questi tre desideri.


Raphael Ananou
Preghiera di un bambino.

tratto da:
Spalanca la finestra, raccolta di testi di fede,
a cura di Renato Coïsson,
stampato ma non pubblicato, Trieste, 2000, p. 41.


giovedì 1 gennaio 2015

Preghiera: quando pregare, come pregare, chi pregare, che cosa pregare?



Dio è creatore ed entra dunque in relazione con l’universo. L’essere umano è particolarmente sensibile a ciò che Dio vuole comunicare. E l’essere umano ha qualcosa in più rispetto a tutte le altre creature: può rivolgersi a Dio. La preghiera è questa relazione tra Dio e l’essere umano e tra l’essere umano e il suo Dio. La relazione tra le persone è già qualcosa di complesso che passa per la parola e per molti altri modi di essere. Vale lo stesso per la nostra relazione con Dio. La preghiera è a volte qualcosa che diciamo a Dio, ma è innanzitutto il fatto di porsi davanti a Dio.

Quando pregare? Alcune religioni propongono di pregare un certo numero di volte al giorno o di pregare in un determinato momento. Cristo ci dice semplicemente che è una buona idea “vegliare e pregare in ogni momento” (Luca 21,36). Si può scegliere di pregare al mattino quando ci si alza, prima dei pasti, andando a dormire o nella natura... Non ci sono regole, salvo che la regolarità è pagante in quanto ci prepara psicologicamente a essere con Dio.

Come pregare? Quando i suoi discepoli gli pongono la domanda, Gesù risponde: “Ma tu, quando preghi, entra nella tua cameretta e, chiusa la porta, rivolgi la preghiera al Padre tuo che è nel segreto” (Matteo 6,6). La solitudine e il silenzio sono quindi elementi importanti. Gesù si ritirava spesso in solitudine, mentre a volte pregava con i suoi discepoli. Ognuno è libero di pregare da solo o con altri, in ginocchio, in piedi, coricato, in un angolino appositamente preparato, sotto la doccia...

Chi pregare? Dio solo, in ogni caso secondo Gesù nei vangeli (assolutamente ogni volta che parla della preghiera dice di pregare il Padre). Preghiamo dunque Dio e, come egli ci propone, preghiamo “nel nome di Gesù Cristo”.

Che cosa pregare? È una questione secondaria, in fin dei conti, perché l’essenziale è pregare. Ma ci sono comunque dei modi di pregare che sono più positivi di altri per la nostra crescita. In particolare, è bene presentare a Dio ciò che si vorrebbe veder succedere (come “Signore, vorrei tanto che mio figlio guarisse”). Ma forse è bene non dare a Dio degli ordini anche se è per domandare una cosa buona (come “Signore, guariscila!”). Si rischia di essere delusi e inoltre Dio non è Babbo Natale e sa ciò di cui abbiamo bisogno meglio di noi stessi (Matteo 6,8).

Se qualcuno è malato, il problema non viene da Dio e noi non dobbiamo cercare di convincerlo che la salute è meglio della malattia (Dio è comunque l’inventore della vita!).

La nostra preghiera può contenere:

Una lode per riconoscere che Dio è Dio, che è lui che sa davvero che cos’è il bene. Lo si può pregare anche se non si sa bene chi egli sia o se se ne dubita.
Un’invocazione: si domanda a Dio la forza perché ci dia pace, ci renda migliori, perché ci aiuti a fare del bene intorno a noi, affinché riusciamo a vedere dove possiamo progredire. Si può pregare perché si vuole avere la fede.

Un’intercessione: una preghiera per gli altri; per domandare a Dio di incoraggiarli, di dar loro la sua pace, la sua forza, la sua felicità.
Ciò che si ha nel cuore: possiamo confidare a Dio le nostre gioie e i nostri dolori, possiamo esprimere i nostri progetti e i nostri rimpianti, come a qualcuno che ci è molto vicino.
Del silenzio, per lasciar parlare Dio. Ma se si sentono delle voci è probabilmente il vicino con il volume della televisione troppo alto. Dio parla al cuore e la sua Parola è più che semplici parole.


tratto da: Voce Evangelica, Luglio-agosto 2012- nr. 7 -8.
Finché la terra durerà, semina e raccolta, freddo e caldo, 
estate e inverno, giorno e notte, non cesseranno mai.

Genesi 8,22

Chiesa Evangelica Valdese di Ginevra
Luogo di Culto: Auditoire de Calvin
Place de la Taconnerie, 1. 


Culto Evangelico
Domenica 4 gennaio 2015 - 2a DOPO NATALE
ore 17.00

Qualunque cosa facciate, in parole o in opere, 
fate ogni cosa nel nome del Signore Gesù 
ringraziando Dio Padre per mezzo di lui
Colossesi 3,17